Valsugana Hotel - Guida Turistica

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.: DA VEDERE
IL CASTELLO DI PERGINE
 Situato sul Colle del Tegazzo da cui domina l'intera vallata, il Castello è uno dei simboli della Valsugana. Le prime notizie certe risalgono al IX secolo, al tempo dei Carolingi. Il fabbricato, racchiuso da una doppia cinta muraria, rivela interventi di stili di epoche diverse. Trasformato nel XIII secolo in una vera e propria fortezza medievale, appartenne per lungo tempo ai duchi d'Austria. Nel 1531 passò nelle mani del Principe Vescovo Bernardo Clesio. Il complesso si compone degli appartamenti di difesa medievali (il mastio e le torri) e i rinascimentali edifici residenziali. Da vedere la prigione della goccia e la Cappella di S.Andrea. Il Castello, aperto da aprile a novembre, è di proprietà privata ed ospita un ristorante e un hotel. E' sede di prestigiose mostre di arte contemporanea e di eventi culturali e musicali. Ogni giovedì da giugno a settembre, nell'ambito di "Settegiorni nel verde" il castello è visitabile con guida.
CASTEL SELVA (Ruderi)
 Situato a monte dell'abitato di Selva, nei pressi di Levico Terme, il castello fu costruito già nell'VIII sec.come luogo di rifugio durante le invasioni barbariche, probabilmente su di un precedente insediamento preistorico a castelliere. Ricostruito nei sec.XV e XVI, fu luogo di soggiorno dei principi-vescovi di Trento.
 Nei secoli successivi il maniero passò ad altri proprietari, finchè nel 1799 fu comperato dal Comune di Levico. Il castello è raggiungibile a piedi lungo un facile sentiero che parte dall'abitato di Selva.
 Era il luogo dove fin dal XIII sec. si amministrava la giustizia. Nel 1462 i Conti Trapp, subentrarono ai Caldonazzo nella giurisdizione del luogo e ne fecero la loro residenza. Nel sedicesimo secolo apportarono modifiche e sistemazioni all'edificio che si compone di un nucleo centrale, abitazione dei signori, di un fabbricato amministrativo, di un grande decimaio e di un fienile, oggi adibito a galoppatoio coperto.
 La Corte ospita iniziative e manifestazioni tra le quali la il Mercatino dei Rigattieri Tirolesi in aprile, la Rassegna di Canti Spirituals in luglio e in dicembre Il Mercatino di Natale.
 Arte Sella è una biennale internazionale di arte contemporanea, nata nel 1986, che si svolge all’aperto nei prati, nei boschi della Val di Sella (comune di Borgo Valsugana, provincia di Trento). Dal 1996 il progetto di Arte Sella si è sviluppato lungo una strada forestale sul versante sud del monte Armentera: si è così delineato un ideale percorso chiamato ARTENATURA lungo il quale il visitatore può vedere le opere e allo stesso tempo godere delle particolarità ambientali del luogo (diversi tipi di bosco, presenza di rocce, di alberi monumentali...)
 La manifestazione si pone non solo come esposizione qualificata di opere d’arte, ma anche e soprattutto come processo creativo: l’opera è seguita giorno per giorno nel suo crescere e l’intervento dell’artista deve esprimere il rapporto con la natura basato sul rispetto, traendo da essa ispirazione e stimolo. Le opere sono generalmente tridimensionali, perché ottenute con sassi, foglie, con rami o tronchi; più raramente sono utilizzati oggetti, materiali o colori artificiali. Alla chiusura della manifestazione molte opere sono abbandonate al degrado e si inseriscono nel ciclo vitale della natura; altre iniziano invece un percorso che le porta nei musei, nelle gallerie d’arte, in vari spazi espositivi in Italia o all’estero.
FORTE DI TENNA
 Sorge sulla collina di Tenna che divide il lago di Levico da quello di Caldonazzo. Fu costruito tra il 1880 e il 1882. Con il forte Colle delle Benne, a nord-est, costituiva , secondo il solito schema militare austriaco, la chiusura a tenaglia della Valsugana e riusciva a coprire anche la piana verso Caldonazzo. Dal Forte di Tenna si controllava pure l'accesso alla strada di Monterovere, che portava alle fortificazioni situate a Lavarone e sull' Altipiano di Vezzena. Serviva inoltre da collegamento fra il Forte Pizzo ed il Comando Supremo di Trento. Fu dimesso dal Demanio Militare italiano nel 1931.
 E' un' opera a pianta quadrangolare, realizzata con pietre metamorfiche estratte in una cava in località "Valle dell' Orco" sulla collina di Tenna: da qui furono trasportate con barconi lungo le sponde del lago di Levico e trasferite con una funicolare sul posto. Il manufatto era articolato su due piani: al piano terra erano ubicate le cucine ed al piano rialzato le camerate. La facciata anteriore presentava 4 semicolonne (ancora visibili) di forma ellittica aventi un' altezza di 7 metri. Armamento: 8 cannoni da 120 mm M.80 piazzati in casamatta su due batterie, 2 obici da 100 mm M.5 in cupole blindate girevoli. Proprietà: privata.
 Superficie della zona fortificata: 18.107 mq; area di sedime 300 mq circa. Accesso: la fortezza è raggiungibile dall'abitato di Tenna partendo da piazza S. Rocco e percorrendo via Roma e via S. Valentino.
FORTE BELVEDERE
 E' uno dei complessi fortificati meglio conservati, tipico dell'architettura e della tecnica militari dell'Impero austroungarico. Fu costruito dal 1907 al 1914 con il compito principale di controllare la Val d'Astico che si apre a strapiombo sotto di esso. Il motto di cui si fregiava era "per Trento basto io", a significare che da solo bastava a difendere la città dal pericolo italiano.
 Attualmente il forte è adibito a Museo ed è visitabile, a pagamento, nei mesi estivi. Si possono percorrere i cunicoli in roccia che scendono o salgono alle cupole, in cui si muovevano a fatica gli artiglieri, agli scudi e agli apprestamenti blindati. Al piano terra si trovano i locali riservati ai servizi come la stazione elettrica e telefonica, la cucina, il deposito dell'acqua, del carburante, delle munizioni e la camera mortuaria. Attraverso una scala si sale ai piani superiori, destinati agli alloggiamenti degli ufficiali e della truppa. Nel forte sono custoditi reperti bellici e materiale documentaristico, lungo i corridoi e in alcuni locali laterali è esposta una ricca mostra fotografica dedicata alla Guerra delle Fortezze.
FORTE DEL PIZZO O DI CIMA VEZZENA
 Per la sua posizione strategica era chiamato l'occhio degli altipiani. Era infatti un forte-osservatorio d'artiglieria. Controllava il versante sud verso Asiago ed il versante nord della Valsugana fino alla tenaglia dei forti di Tenna e delle Benne che chiudevano l'accesso a Trento. Situato sulla sommità del Pizzo di Levico o Cima Vezzena, sul bordo di un precipizio, fu costruito dal 1907 al 1915 armato con artiglieria leggera e mitragliatrici per la propria difesa. Era collegato telefonicamente con Monterovere, sede del Comando Militare. Fin dai primi giorni di guerra fu soggetto a furiosi ed impressionanti bombardamenti.
FORTE BUSA VERLE
 Costruito tra il 1907 e il 1914 sorge quasi al confine tra le provincie di Trento e Vicenza sull' Altopiano di Vezzena tra le malghe Busa Verle e Cima Verle. Insieme ai forti Campo di Luserna e Belvedere di Lavarone, costituiva la cintura difensiva più avanzata sul confine tra l'Impero austro-ungarico e il Regno d'Italia e bloccava la strada per l' Altipiano di Asiago. Pesantemente bombardato nei primi mesi di guerra, dal maggio 1916, con l'inizio della Strafexpedition (Spedizione punitiva) e lo spostamento più a sud-est del fronte, divenne sede di alloggiamenti e punto ottico di collegamento.
 Fu smantellato negli anni ' 30 e venduto al Comune di Levico, insieme al forte del Pizzo, per £. 2.600 il 28.12.1933. Si recuperò il ferro e l'acciaio e i suoi materiali furono venduti all'Opera Nazionale per il Mezzogiorno d'Italia. Il forte si allunga in linea unica in quattro salti sucessivi per adattarsi alle curve di livello del terreno. Ogni salto si sviluppa su un'altezza di due piani. Era dotato di quatto cupole girevoli e cunicoli blindati collegavano i vari settori. Fu sottoposto a pesanti cannoneggiamenti da parte dell'artiglieria italiana e assalito da truppe di fanteria alpina.
CHIESA DI SAN CRISTOFORO - SAN CRISTOFORO AL LAGO
 La Chiesetta, secondo la tradizione, è sorta su di un tempietto dedicato a Diana e Nettuno. Il luogo è menzionato nei primi anni del XIII sec. La ricostruzione del 1703 cancellò l'originario assetto romanico-gotico dell'edificio e le pitture a fresco. La campanella sarebbe la più antica del perginese. Si trova in località El Doss.
CHIESA PIEVANA DELL'ASSUNTA - CALCERANICA AL LAGO
 Costruita prima del 1208 e riconsacrata nel 1537, presenta un edificio gotico-rinascimentale, campanile dal basamento romanico, cella campanaria gotica e altar maggiore del XVIII sec.;prezioso organo, opera di Antonio Callido di Venezia. Nel periodo estivo vi si svolgono concerti d'organo.
CHIESA DI S.ERMETE CALCERANICA AL LAGO
 Risalente all'anno 1000, è la Chiesa più antica della Valsugana, sorta su di un tempio deicato a Diana, il cui cippo è tuttora conservato in fondo alla chiesa. Campanile protoromantico, edificio in stile romanico-gotico, restaurato ed ampliato per intervento dei conti Trapp nel XVI sec.
CHIESA PARROCCHIALE DI S.SISTO - CALDONAZZO
 Menzionata già nel 1345, fu riedificata nel XVIII sec. e ampliata nel 1836. La chiesa ha origini molto antiche e ne mantiene visibili le tracce nell'abside poligonale e nell'alto e snello campanile.
CHIESA DI S.VALENTINO - CALDONAZZO
 La Chiesetta di San Valentino, situata sul Colle di Brenta (m. 579), pare sia stata costruita ancor prima del 1259 come si deduce da un documento del Vescovo di Trento Egnone. Il piccolo santuario è stato più volte restaurato nel tempo. Nel pavimento, a sinistra sotto il gradino, si legge la data 1289.
 L'abside è a tre lunette; sul soffitto ci sono gli affreschi : al centro la Madonna col Bambino, a sinistra San Valentino con ai piedi un epilettico, a destra San Rocco; gli intermezzi fra le lunette sono ornati da angeli che portano lunghi nastri con parole latine scritte in gotico. La scritta «Ave Maria....» è del 1500, come dimostrano i sottostanti stemmi di Giacomo Trapp, che ebbe la chiesa nel 1463, e della contessa Barbara.
CHIESA DI SAN BIAGIO - LEVICO TERME
 Vero e proprio gioiello architettonico, la Chiesa di S.Biagio è situata sull'omonimo colle nei pressi di Levico Terme, in un'area di notevole interesse archeologico. La chiesa, che sorge ad una quota di 570 metri, è dedicata a San Biagio, probabilmente vescovo di Sebaste in Armenia, il cui martirio risalirebbe al 316.
 Conserva portico e affreschi interni dei sec. XIV e XVI, soffitto ligneo, volta del presbiterio gotico, altare a cassa, rustico pavimento in lastre di porfido. Recentemente restaurata è visitabile solo nel periodo estivo, un pomeriggio in settimana, in collaborazione con il Gruppo Pensionati di Levico Terme. Da giugno a settembre, nell'ambito di Settegiorni nel verde, la chiesa è aperta al pubblico ogni martedì dalle 16 alle 18.
CHIESA ARCIPRETRALE DEL REDENTORE - LEVICO TERME
 E' stata costruita nel 1872 - 1877, al posto della vecchia Chiesa dedicata ai martiri Vittore e Corona. Dell'antica chiesa rimane il campanile isolato. Di forme neoromaniche con elementi bizantini e gotici.
CHIESA SANTI PIETRO E PAOLO - RONCEGNO
 Ricostruita nel 1758 - 1773 sulla chiesa precedente ricordata dal 1413. Conserva la preziosa pala del monumentale altar maggiore raffigurante i S.S. Pietro e Paolo e la SS.Trinità, opera di Francesco Guardi.
CHIESA DI S.BRIGIDA - RONCEGNO
  La Chiesa di S.Brigida, in località Rozzati, nominata in documenti del XVI sec. era custodita da un eremita. Ampliata nel 1888, è stata decorata nel 1941. E' circondata dai numerosi e caratteristici masi di montagna sul monte di S.Brigida.
MUSEO DEGLI ATTREZZI AGRICOLI E ARTIGIANALI
Fraz. Canezza di Pergine - PERGINE VALSUGANA Aperto ogni domenica dalle 15.30 alle 17.30 (aprile-ottobre) Visite guidate su prenotazione: Tel. 0461 530322 - 0461 532590 - 0461 532068 - 0461 511348 Info: www.canezza.it
MUSEO DELLA CENTRALE IDROELETTRICA DI SERSO
 Loc. Centrale, Fraz. Serso di Pergine Valsugana Info: Biblioteca Comunale di Pergine Tel. 0461 532448 e-mail: pergine@biblio.infotn.it
MUSEO DELLA SCUOLA
Via S. Pietro 4, presso l'Istituto d'Istruzione Superiore Marie Curie PERGINE VALSUGANA e-mail: museo_scuola@hotmail.com Orario: mercoledì e venerdì dalle 9.00 alle12.00 Visite guidate fuori orario su prenotazione: Biblioteca di Pergine tel. 0461 532448
MUSEO DEGLI SPAVENTAPASSERI
 Nel corso della stagione estiva 2006 aprirà i battenti la nuova struttura museale “la Casa degli spaventapasseri”. Gli spazi espositivi sono stati ricavati all’interno di un ex-mulino disposto su tre. Nell’edificio veniva prodotta farina utilizzando due diversi sistemi di macinazione, uno a pietra e l’altro a cilindri, utilizzando l’acqua del fiume Brenta come forza motrice sia per la macinazione che per elevare farina e mais da un piano all’altro dell’edificio. Grazie alla sapiente opera di alcuni falegnami tutti gli organi macinatori sono stati rimessi in funzione e appositi pannelli esplicativi illustrano come avveniva la produzione della farina partendo dal mais iniziale. Nelle varie sale dell’edificio troveranno dimora tutti gli Spaventapasseri raccolti anno dopo anno dal Reporter FLAVIO FAGANELLO si tutto il territorio trentino. Più di sessanta oggetti saranno esposti assieme alla loro storia e alle incantevoli fotografie di Faganello. La storia degli spaventapasseri è legata da sempre al conflitto di interessi tra l’uomo e gli animali selvatici con il raccolto come posta in gioco. In questi lavori esposti è possibile vedere come l’uomo abbia perfezionato la sua capacità di incutere terrore verso gli uccelli e non solo con “l’inganno”, e come quest’ultimi si siamo adattati nel tempo.
Come raggiungere la Casa degli Spaventapasseri:
 Il mulino si trova nella frazione di Marter nel comune di Roncegno Terme in prossimità dell’antica fortificazione Tor Tonda. Apertura da giugno 2006. Visite guidate su prenotazione per gruppi. Per informazioni in merito ad orari di apertura contattare l’Ufficio APT 0461 764028
ESPOSIZIONE PERMANENTE DELLA MINIERA
 Sede del Municipio CALCERANICA AL LAGO - tel. 0461 723161 Aperto nell'orario di apertura degli uffici comunali: Da lunedì a giovedì 9.00-12.00 17.00 - 18.00 venerdì 9.00-12.00
LA VIA CLAUDIA AUGUSTA
7nbsp;Tutto l'arco alpino che a ventaglio chiude a nord la Penisola Italica, dalle Alpi Marittime alle Giulie, dalla Provenza alla Slovenia, è segnato da una rete di strade, molte delle quali furono aperte o erano già in uso in epoca romana. Tra queste, in corrispondenza delle Alpi Retiche, laddove i gruppi centrali si fondono con quelli orientali, i romani aprirono la più monumentale delle strade transalpine: la via Claudia Augusta.
 Era questa una via di fondamentale importanza che con i suoi 520 chilometri (pari a 350 milia passuum) collegava direttamente la pianura del Po con quella del Danubio: un ponte tra la civiltà latina e quella germanica. La via Claudia fu tracciata nel 15 a.C. da Druso Maggiore allorché, con il fratello Tiberio, avviò la campagna militare per la conquista della Rezia e della Vindelicia.
 La strada fu ultimata 60 anni dopo, nel 47 d. C. dall'imperatore Claudio, dal quale prese il nome.
IL SEGMENTO TRENTINO DELLA VIA CLAUDIA AUGUSTA
 I municipi alpini di Julium Carnicum, Bellunum, Feltria, Tridentum (e forse Berua') segnavano il confine a nord della Decima Regio Italica. Oltre c'erano il Noricum e la Raethia. È quindi credibile che i quattro centri amministrativi fossero tra loro collegati. In particolare, il territorio di Feltria si estendeva per oltre due terzi ad occidente del capoluogo, giungendo sino alle alture sopra Tridentum. In pratica l'odierno altopiano del Tesino e tutta la Valsugana appartenevano ai possessores feltrini. Questo fatto influenzò certamente Druso nella scelta del percorso militare per raggiungere nel modo più breve il confine con la Rezia. Il tracciato della via Claudia fu, sino all'epoca longobarda quando fu aperto un passaggio lungo il fondovalle del Brenta, l'unica via di collegamento tra Feltre e Trento, e rimase strada principale anche nei secoli successivi quando l'autorità della diocesi di Feltre subentrò a quella dello scomparso municipio romano.
 Raggiunta Trento, la via Claudia iniziava la risalita del fiume Adige che attraversava nei pressi delle due Navi (San Felice e San Rocco). In riva destra del fiume, la strada incrociava il collegamento con l'Anàunia (la Valle di Non) all'epoca già inserita nel contesto sociale romano tanto da costituire un insolito caso di indebita attribuzione della esclusiva cittadinanza romana. Caso che venne sanato dallo stesso imperatore Claudio, nel 46 d.C., come atto di riguardo nei confronti delle genti dello splendidum municipium tridentino con l'editto riportato nella 'Tavola Clesiana'. Superato il corso del Noce, la strada proseguiva quasi rettilinea verso Maia, l'attuale Merano, prossima al confine con la Rezia e con le orgogliose popolazioni dei Venostes.